• "Verso delle Chiese inclusive?” resoconto della Tavola rotonda / 18.10.2024

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  • Enea Bacilieri - Guide en Route
  • Al fine di promuovere il dialogo attraverso la conoscenza, sabato 18 novembre 2023 “Dialogue en Route” ha organizzato una tavola rotonda con tre partecipantə attivə in diversi progetti volti a rafforzare l’inclusività all'interno delle Chiese riformate di Ginevra, Vaud e Neuchâtel:

    Al fine di promuovere il dialogo attraverso la conoscenza, sabato 18 novembre 2023 “Dialogue en Route” ha organizzato una tavola rotonda con tre partecipantə attivə in diversi progetti volti a rafforzare l’inclusività all'interno delle Chiese riformate di Ginevra, Vaud e Neuchâtel:

    Nicole Rochat, dell'associazione “Arc-en-ciel” di Neuchâtel, pastore, terapeuta di coppia e sessuologa; Andrea Coduri, animatorə per la Chiesa evangelica del canton Vaud del gruppo “Église inclusive” e del gruppo di sostegno “À Bras Ouverts”, formatorə per ministri, pastori et diacri ed Erin Lederrey, presidente dell'Antenna LGBTI di Ginevra e cappellana militare.

    Obiettivo dell’incontro, moderato da Yanncy Fanti (guidə di Dialogue en Route formatə in scienze delle religioni e studi di genere), è stato di discutere dell’inclusione delle persone LGBTIQ+ nelle Chiese protestanti in Svizzera. La discussione ha visto la condivisione di esperienze di successo, ma anche delle sfide ancora attuali per raggiungere una maggiore inclusività, rimanendo però circoscritta ai contesti locali di lavoro e di esperienza dei partecipanti nei cantoni di Ginvevra, Neuchâtel e Vaud, e non di tutte le Chiese riformate in Svizzera.  

    Parlando d’inclusività, viene messo fin dall’inizio in chiaro dallə moderatorə Yanny Fanti che con questo concetto si indica lo sforzo democratico di dialogo e può riferirsi a qualunque persona o gruppo che subisca delle situazioni di esclusione. In questo caso specifico, trattandosi di persone LGBTIQ+, la questione va a scontrarsi con una struttura istituzionale in alcuni casi più conservatrice o in altri casi più aperta, portando a reticenze ed aperture. Come è quindi possibile affrontare l’esclusione a livello macro (delle istituzioni/strutture) e micro (individuale)?  

    Erin Lederrey inizia parlandoci di come, in quanto cappellana per l’Esercito Militare Svizzero, la sua identità di donna transgender all’interno di questo ambiente ha portato spesso molta sorpresa, oltre che a prese in giro nei suoi confronti. Nonostante ciò, Erin si è riuscita a sentire sempre più accettata ed inclusa. Parlandocene, la sua testimonianza ci dimostra come, nonostante l’evoluzione del contesto democratico, politico e sociale permetta ormai alle persone LGBTIQ+ di godere di sempre più diritti, molte situazioni nella loro vita rimangono complicate. In particolare, l’identità di genere e l’orientamento sessuale di queste persone può spesso finire per scontrarsi con la visione dei valori, la disapprovazione o la reticenza all’apertura delle comunità religiose di appartenenanza, nonché a problemi di discriminazione strutturale presenti in alcune istituzioni. 

    Le questioni LGBTIQ+ si rivelano così come un segno di demarcazione e di posizionamento siccome alle persone LGBTIQ+ credenti rimangono poche soluzioni per continuare pacificamente la propria vita sociale e spirituale, oltre che in modo coerente verso loro stessə. Alcune persone considerano così di cambiare comunità e reinterpretare la Bibbia e il suo messaggio secondo la propria individualità e le proprie preferenze. Mettendo in moto un processo di rimescolamento e di rottura delle barriere di denominazione, queste persone arrivano da più confessioni e vanno verso le Chiese inclusive. Allontanandosi dalle proprie istituzioni religiose, cercano nuove interpretazioni che considerano maggiormente il loro vissuto, rimanendo spesso nel cristianesmo. L’inquietudine vissuta a causa della loro identità nella precedente comunità, abbandonata per abbracciare nuove interpretazioni, permette di attraversare un processo di “decostruzione e ricostruzione”.  

    Sul piano legislativo, Lederrey ci ricorda però che ci sono ancora molte questioni importanti da affrontare, come il divieto delle terapie di conversione, nonostante la loro definizione resti complicata.  

    Andrea Coduri afferma che è necessario armarsi di pazienza, perchè nonostante ci siano persone contrarie ai diritti LGBTIQ+ nella Chiesa evangelica riformata, queste devono comunque osservare la legge svizzera contro la discriminazione e l’omofobia. Andrea sostiene inoltre che l’inclusione delle persone vulnerabili è fondamentale, perché corrisponde al messaggio biblico. 

    Viene quindi consigliato in particolare di fare attenzione alle persone che si hanno attorno, perché certi legami con persone intolleranti possono ferire le persone LGBTIQ+, nonostante esse siano magari familiari o amici. Nel voler promuovere l’inclusione bisogna quindi comunicare con tutte le parti, rimanendo però vigili e mantenendo un approccio fondato sul legame umano. 

    Nicole Rochat concorda su come non vi sia ancora omogeneità per le questioni d’inclusività, ma osserva grandi cambiamenti. Anche se nel complesso resta difficile muoversi, il ruolo e l’importanza della politica si fa sentire ovunque, portando in alcuni casi anche la Chiesa cattolica romana ad una sorprendente apertura. In quanto sessuologa e allo stesso tempo pastore, Rochat si occupa principalmente di questioni di salute sessuale e della rilettura teologica. Secondo lei è importante infatti riappropriarsi della Bibbia e osare farlo, perché è ciò che rende la Bibbia "la Parola del Signore". Secondo Rochat, Gesù non era intenzionato a discriminare ed è per questo che la teologia Queer prenderebbe così il merito di evitare un inconveniente moralismo, essendo considerata come una rilettura e una visione tra molte altre, ma senza affermarne una sopra le altre. 

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