La via del sole - Come diventare un Buddha in cinque mesi / 22.11.2018
+Sono passati cinque mesi.
Il motivo per cui ho lasciato trascorrere tutto questo tempo prima di continuare a raccontare il mio viaggio è da ritrovarsi nella volontà di aprirmi non mosso dall'entusiasmo, ma da una riflessione, che mi ha immancabilmente accompagnato in questo periodo.
Come anticipai nel mio precedente scritto, il mio riacceso interesse spirituale mi ha portato a leggere diversi libri e in questo nuovo capitolo voglio parlarvi del secondo, forse il più importante, di questa serie.
Il libro in questione, sempre dell'autore Giulio Cesare Giacobbe (studioso del buddhismo da un punto di vista della psicologia), si intitola "Come diventare un Buddha in cinque settimane". Ovviamente il titolo è borioso per una trovata editoriale, tuttavia il contenuto è molto semplice e diretto: è da considerarsi come un'esposizione basilare delle colonne portanti del buddhismo e come un tentativo di ricercare lo stato di serenità utilizzando un metodo psicologico.
I primi capitoli raccontano della figura del Buddha Siddhartha, un'introduzione necessaria per poter poi esporre chiaramente i suoi insegnamenti. Nel libro vengono trattati tre insiemi di concetti: le quattro nobili verità, gli otto nobili sentieri e i cinque poteri del Buddha
Accettato che viviamo una vita fatta di sofferenza e che la causa di questa è l'attaccamento, Siddhartha ci ha indicato la via attraverso la quale, con l'aiuto dei poteri, possiamo liberarci di tale sofferenza.
I cinque poteri di un Buddha, ovvero di una persona che ha raggiunto l’illuminazione, identificati da Giacobbe sono: la consapevolezza del cambiamento, la presenza nella realtà, il controllo della mente, il non attaccamento e l'amore universale. Questi in realtà non sono altro che capacità mentali che tutti possiamo sviluppare, non sono né un dono divino né tantomeno qualcosa di soprannaturale.
Ogni volta che mi sono sentito appesantito nello spirito in questi ultimi cinque mesi, mi rendevo conto che la causa era da ritrovarsi nella mancata osservanza di uno di questi poteri.
La seconda parte del libro spiega come implementare gradualmente queste cinque tecniche nella nostra quotidianità allo scopo di trovare un equilibrio, grazie a un lavoro da compiere su se stessi.
Giacobbe spiega come siano necessarie cinque settimane, una per potere, per iniziare a fare propri questi concetti, ma spiega anche che questo periodo non è per nulla esaustivo, ma anzi è da vedersi come il primo gradino di una lunghissima scalinata.
Personalmente sono cinque mesi che ho iniziato a sperimentare queste tecniche e i cambiamenti su di me sono palesi: sono molto più rilassato e riesco a raggiungere in più occasioni, a volte per più tempo altre volte per meno, uno stato di serenità effimera, che ritengo essere già un grande traguardo.
Voglio salutarvi, fino al prossimo diario, con una citazione del monaco zen vietnamita e poeta Thich Nhat Hanh, dedicata alla meditazione:
Ora cominciate a seguire il respiro rilassando tutti i muscoli. Concentratevi sul mantenere dritta la spina dorsale e seguire il respiro. Come per ogni altra cosa, mollate la presa. Mollate tutto. Se volete rilassare i muscoli contratti della faccia, lasciate affiorare un mezzo sorriso. Non appena compare il sorriso, tutti i muscoli facciali cominciano a rilassarsi. Più a lungo lo conservate, meglio è. È lo stesso sorriso che vedete sul volto del Buddha.