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Il Museo di Leventina è un’istituzione laica che ha l’obbiettivo di raccogliere, conservare e valorizzare il patrimonio culturale materiale e immateriale locale in modo scientifico, mettendolo a disposizione di tutti. Creato nel 1967 con la costituzione dell’Associazione Museo di Leventina, nel 1991 è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato ticinese quale museo etnografico regionale. Fa parte del sistema museale etnografico cantonale, coordinato dal Centro di dialettologia e di etnografia (CDE) che ha sede a Bellinzona.
Casa Stanga: sede del Museo di Leventina e luogo di passaggio
Situato a Giornico, sul vecchio tracciato della Via Francigena, il Museo di Leventina è ospitato nel cinquecentesco complesso di Casa Stanga. Di grande interesse storico-artistico, Casa Stanga è iscritta nell'Inventario svizzero dei beni culturali d’importanza nazionale, regionale e cantonale. Per secoli svolse la funzione di abitazione e di locanda per i viaggiatori illustri provenienti da tutta Europa. Le facciate, affrescate nel 1588-89 da Giovanni Battista Tarilli e Domenico Caresana, testimoniano, attraverso le raffigurazioni degli stemmi famigliari dei suoi ospiti, la diversità culturale vissuta sin dal ‘500 in questo luogo d’incontro.
Situato lungo l’antica via di transito del San Gottardo, il Museo di Leventina svolge da anni la funzione di centro culturale di riferimento per la regione.
Attraverso le sue attività promuove un approccio aperto e attento alle differenti comunità locali. La valorizzazione del patrimonio culturale (materiale e immateriale) e delle diversità che lo compongono, avviene attraverso conferenze, incontri ed esposizioni che toccano svariati temi sociali e culturali.
Al secondo piano del museo è ospitata la mostra permanente dedicata alla ritualità, intesa sia nel suo aspetto sacrale e religioso, sia nel suo aspetto più psicologico e legato al quotidiano. Attraverso lo sguardo dell’antropologo si scoprono le molteplici funzioni dei riti, tuttora molto presenti.Il museo vuole essere anche un punto di incontro, in cui i visitatori hanno l’occasione di riflettere su se stessi e sulla società in cui vivono.
Negli anni di attività del museo sono state diverse le iniziative rivolte alla conoscenza della diversità culturale e confessionale locale. In particolare attraverso conferenze dedicate alla storia religiosa, al tema della ritualità e al confronto con altre realtà. Attraverso l’organizzazione di visite guidate sul territorio si è promossa la conoscenza di istituzioni locali come il Convento dei frati Cappuccini di Faido o luoghi particolari legati alla devozione come la Chiesa di San Pellegrino ad Airolo o quella di San Nicolao a Giornico.
All’interno dell’esposizione permanente è inoltre presente un’installazione dedicata all’integrazione, dove appaiono i volti degli abitanti della valle che si sono lasciati ritrarre dalla fotografa Gabriella Meyer. Attraverso la partecipazione a questo progetto, durato alcuni anni, gli abitanti hanno potuto testimoniare in prima persona le diversità culturali e confessionali in Leventina.
"Visitare gli ambienti del Museo di Leventina suscita in me un’emozione, la stessa che in generale mi trasmette l’incontro con qualsiasi dimensione legata alla nostra storia, vicina o lontana. Il museo è profondamente ancorato al territorio in cui vivo e dialoga costantemente con esso in un proficuo scambio che procede nel tempo: questo mi porta a riflettere sulle mie radici e sul contesto che mi circonda. Gli oggetti esposti al museo illuminano invece alcuni tratti frammentari della ben più complessa realtà di individui ed episodi di vita del passato, spingendomi a indagare sulla mia identità e individualità nel tessuto collettivo. In un’ottica più ampia, visitatore e museo si compenetrano a vicenda in un confronto bidirezionale, lasciando ognuno traccia nell’altro".
Segalen Martine (1998), "Rites et rituels contemporains", Paris: Nathan.
www.museodileventina.ch
Foto 1: Casa Stanga e i suoi affreschi - Copyright: Gabriella Meyer, Centro di dialettologia e di etnografia, Bellinzona